barriere architettoniche

Ristrutturazioni in Sardegna: come progettare un bagno per disabili a norma di legge

Se stai pensando a una nuova costruzione oppure a una ristrutturazione in Sardegna e desideri rendere il tuo bagno accessibile alle persone con disabilità, è fondamentale seguire una serie di normative specifiche per garantire che l’ambiente sia fruibile in sicurezza e autonomia. Questo è particolarmente importante quando si considera la necessità di spazi adeguati per coloro che utilizzano sedie a rotelle. Vediamo nel dettaglio le linee guida e le misure necessarie, aggiornate alla più recente normativa del 30 giugno 2024.

Le normative di riferimento per ristrutturare un bagno per disabili

Quando si parla di ristrutturazioni in Sardegna, soprattutto nell’ambito di abitazioni private o strutture ricettive, è fondamentale conoscere e rispettare le leggi vigenti:

Queste normative stabiliscono gli standard per creare un bagno senza barriere architettoniche, consentendo alle persone disabili di utilizzare lo spazio in modo sicuro e autonomo.

Progettare spazi adeguati: le misure minime per il bagno

La progettazione di un bagno per disabili durante una ristrutturazione deve tenere conto delle misure minime necessarie per garantire la manovrabilità di una sedia a rotelle. La normativa aggiornata stabilisce che lo spazio minimo del bagno deve essere di 200 x 200 cm, aumentando rispetto ai precedenti 180 x 180 cm. Questo consente una rotazione completa della carrozzina, fondamentale per l’accessibilità.

Anche la porta del bagno deve avere una luce di passaggio netta di almeno 85 cm e deve aprirsi verso l’esterno per facilitare l’accesso.

Scelta e installazione di sanitari per un bagno accessibile

Durante la ristrutturazione del bagno, è essenziale scegliere sanitari che rispettino le seguenti caratteristiche:

  • WC: L’altezza della seduta deve essere compresa tra 45 e 50 cm dal pavimento, con uno spazio laterale di almeno 100 cm per la manovra della sedia a rotelle.
  • Bidet: Deve essere installato ad una distanza minima di 40 cm dalla parete e a un’altezza di 45-50 cm,  e deve trovarsi a non meno di 75-80 centimetri dalla parete posteriore.
  • Lavabo: Deve permettere l’accesso della sedia a rotelle al di sotto, senza ostacoli, e deve essere collocato a un’altezza compresa tra 80 e 90 cm. È consigliabile l’uso di rubinetti con leva clinica per facilitare l’uso. Il sifone dovrebbe (anche se non è obbligatorio) essere incassato nella parete.

Doccia e vasca da bagno: opzioni per persone disabili

Per una persona disabile la doccia è una delle barriere architettoniche più complicate da superare in bagno, soprattutto se si prendo in considerazione i classici box doccia piccoli e angolari, solitamente di dimensione 80 x 80 centimetri: si tratta di sanitari impossibili da utilizzare per persone in sedia a rotelle o con difficoltà di deambulazione.

Per le docce, la normativa richiede un’apertura esterna a 180 gradi di almeno 70-85 cm e un sedile interno ad un’altezza minima di 50 cm, flessibile e dotato di doccino estraibile. Se si preferisce una vasca da bagno, la scelta ideale è una vasca fino a 150 cm di larghezza con sportello, che facilita l’accesso e la seduta senza dover sollevare le gambe, riducendo il rischio di incidenti.

Ristrutturazioni in Sardegna: un’opportunità per l’accessibilità

Se stai pianificando una ristrutturazione in Sardegna, considera la creazione di spazi accessibili come un investimento nel comfort e nella sicurezza. Seguire le normative non solo è un obbligo legale, ma contribuisce a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità. Affidarsi a professionisti esperti nella progettazione è essenziale per garantire un risultato che unisca funzionalità e design.

Se hai in programma lavori di ristrutturazione, ordinaria o straordinaria, per la tua casa in Sardegna contatta Global Società Cooperativa per un preventivo o per un sopralluogo in tutta l’Isola.

Read more

Bonus Edilizi: cosa cambia nel 2024? Ecco tutte le novità

L’argomento dei bonus edilizi in Italia sta attraversando significativi cambiamenti con effetti che si sentiranno a partire dal 2024. Con la graduale riduzione del Superbonus e la modifica di diverse altre agevolazioni, è cruciale rimanere informati e capire come ottimizzare gli investimenti.

Nel nostro articolo, offriremo una guida dettagliata sulle modifiche previste per il 2024 e su come massimizzare le opportunità di recupero dei crediti investiti in lavori di costruzione e ristrutturazione edile.

Superbonus 70% 

La novità più importante probabilmente riguarda la riduzione del famigerato Superbonus edilizio, che scende al 70% (contro il 90% e il 110% degli anni precedenti). Dal 1° gennaio 2024,  sarà riservato esclusivamente ai condomini. L’agevolazione al 110% sarà mantenuta per coloro che hanno già intrapreso lavori certificati entro dicembre 2023.

Supporto ai redditi bassi

Il Fondo di Povertà costituirà un sostegno rilevante per i cittadini con redditi più bassi. Nel caso in cui il reddito ISEE sia inferiore a 15.000 euro e il 60% dei lavori sia stato completato entro il 31 dicembre di quest’anno, il Fondo interverrà compensando la differenza tra il 70% di agevolazione e il 110%. Questa misura è finalizzata a sostenere, nell’accesso ai bonus edilizi, le famiglie con meno disponibilità economiche.

Ecobonus, Barriere Architettoniche, Sismabonus

L’Ecobonus è stato prorogato anche al 2024 con una detrazione del 50% per spese fino a 60.000 euro per la sostituzione di serramenti e infissi, oltre a schermature solari o caldaie a biomassa. Per i condomini la detrazione sale fino al 70% per spese di isolamento termico.

Il Bonus Barriere Architettoniche nel 2024 subirà delle limitazioni, restando applicabile a interventi specifici come l’installazione e la modifica di scale, rampe, ascensori, e altri dispositivi di accessibilità.

Il Sismabonus infine verrà mantenuto per tutto il 2024, offrendo incentivi per la messa in sicurezza antisismica degli immobili. La detrazione fiscale si attesta al 70 o all’80% a seconda della riduzione del rischio sismico certificata.

Conclusioni

I bonus legati all’edilizia rappresentano un’importante leva per migliorare la qualità abitativa, l’efficienza energetica e la sicurezza degli immobili in Sardegna e in tutta Italia. Se intendi costruire o ristrutturare la tua casa e vuoi essere sicuro di poter accedere a tutti i bonus disponibili affida il tuo progetto a una squadra di professionisti esperti: contattaci subito per un preventivo o per un sopralluogo.

 

Read more
Livella

Bonus Ristrutturazione, tutti gli interventi ammessi: ecco la lista completa

Tramite il Bonus Ristrutturazione è possibile ristrutturare completamente un’unità abitativa, con detrazione del 50%, fino al 31 dicembre 2024 con la possibilità di demolire e ricostruire interamente l’immobile. L’agevolazione è valida per gli interventi che si possono conseguire in diversi scenari: dal restauro alla ristrutturazione, dall’acquisto alla ricostruzione, dal risparmio energetico fino all’abbattimento delle barriere architettoniche.

In questo articolo esamineremo tutte le categorie di interventi ricomprese nel Bonus Ristrutturazione.

Manutenzione ordinaria

Sono lavori di manutenzione ordinaria quelli volti alle riparazioni, al rinnovamento o alla sostituzione delle finiture degli edifici. Rientrano qui inoltre i lavori necessari ad integrare e mantenere efficienti gli impianti tecnologici esistenti. Ecco alcuni esempi di interventi ammessi al bonus:

  • Sostituzione integrale o parziale di pavimenti, con relative opere di finitura e conservazione;
  • Riparazione di impianti per servizi accessori (impianto idraulico);
  • Impianto per lo smaltimento delle acque bianche e nere;
  • Spurgo e pulizia delle fosse biologiche;
  • Sostituzione integrale/parziale di rivestimenti e tinteggiature di prospetti esterni, senza apportare modifiche ai preesistenti oggetti, ornamenti, materiali e colori;
  • Rifacimento intonaci interni e tinteggiatura;
  • Rifacimento pavimentazioni esterne e manti di copertura, senza apportare modifiche ai materiali;
  • Sostituzione tegole e altre parti accessorie deteriorate a causa dello smaltimento delle acque, con anche il rinnovo delle impermeabilizzazioni;
  • Riparazioni di balconi e terrazze, con impermeabilizzazione e relative pavimentazioni;
  • Riparazione delle recinzioni;
  • Sostituzione di elementi di impianti tecnologici;
  • Sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande, senza apportare modifiche alla tipologia di infisso.

Manutenzione straordinaria

La manutenzione straordinaria interessa tutte quelle opere edilizie che hanno lo scopo di migliorare e rinnovare parti dell’immobile, riguardanti la stessa struttura, purché non ci siano modifiche alla volumetria e alla destinazione d’uso. Rientrano nella definizione i lavori di rinnovo e modifica, nonché con l’esecuzione di lavori volti a consentire l’agibilità dell’edificio o l’accesso allo stesso, purché non ci siano modifiche planimetriche, tipologiche, di superficie, di volumetria, di destinazione d’uso e purché non venga pregiudicato il decoro architettonico dell’immobile.

  • Sostituzione di infissi esterni, serramenti e persiane, con possibili modifiche ai materiali o alla tipologia di infisso;
  • Realizzazione e adeguamento di opere accessorie e pertinenziali, nonché realizzazione di volumi tecnici (quali centrali termiche, impianti di ascensori, scale di sicurezza, canne fumarie) senza apportare modifiche che comportino aumenti di volumi o di superfici utili;
  • Realizzazione ed integrazione di servizi igienico-sanitari, senza modifiche a volumi e superfici. Sono comprese anche le opere relative alla costruzione della rete fognaria fino alla rete pubblica, realizzati con opere interne o esterne;
  • Sostituzione della caldaia, in quanto componente essenziale dell’impianto di riscaldamento;
  • Realizzazione di chiusure o aperture interne, senza apportare modifiche allo schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edificio;
  • Consolidamento delle strutture di fondazione e in elevazione;
  • Rifacimento di vespai e scannafossi;
  • Sostituzione di solai interpiano, senza apportare modifiche alle quote d’imposta;
  • Rifacimento di scale e rampe;
  • Realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
  • Sostituzione solai di copertura, con possibilità di modifica ai materiali preesistenti;
  • Sostituzione di tramezzi interni, senza apportare modifiche alla tipologia dell’unità immobiliare;
  • Realizzazione di elementi di sostegno di singole parti strutturali;
  • Ristrutturazione delle fognature, con possibilità di bonifica che terreno solo nel caso in cui l’intervento risultasse indispensabile secondo rigorose valutazioni tecniche e oggettive;
  • Installazione di addolcitori di acqua domestici, ma solo nel caso in cui l’opera dovesse comportare delle modifiche strutturali che comprendono lavori di manutenzione straordinaria.

Restauro e risanamento conservativo

Si tratta di tutti quei lavori volti alla conservazione e al consolidamento degli immobili già esistenti al fine di garantire la resistenza della struttura e l’efficienza delle funzionalità, ma rispettandone gli elementi tipologici, formali e strutturali. Rientrano nel restauro e risanamento conservativo, ad esempio, le seguenti tipologie di intervento:

  • I lavori di consolidamento;
  • Il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio;
  • L’inserimento di elementi accessori e di impianti, richiesti per esigenza d’uso;
  • L’eliminazione di elementi estranei all’organismo edilizio;
  • Le modifiche tipologiche delle singole unità immobiliari per una più funzionale distribuzione;
  • L’innovazione delle strutture verticali e orizzontali;
  • Il ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio, anche mediante la demolizione di superfetazioni;
  • L’adeguamento delle altezze dei solai, nel rispetto delle volumetrie esistenti;
  • L’apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali.

Ristrutturazione edilizia

Anche nel 2023 sono ricompresi nella ristrutturazione edilizia tutti gli interventi che vengono condotti al fine di trasformare un fabbricato già esistente. Tra i lavori che possono essere conseguiti sono inclusi ad esempio:

  • Il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio;
  • L’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti;
  • La demolizione e ricostruzione di un edificio esistente – con possibilità di apportare modifiche alla sagoma, ai prospetti, al sedime, alle caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, nonché di realizzare le innovazioni necessarie per l’adeguare la struttura alla normativa antisismica – al fine di abbattere le barriere architettoniche, installare impianti tecnologici, migliorare l’efficientamento energetico;
  • La demolizione e ricostruzione con aumenti di volumetria al fine di promuovere interventi di rigenerazione urbana (solo se la legislazione vigente o gli strumenti urbanistici comunali lo consentono);
  • Ripristino di edifici (o parti di essi) che sono crollati oppure stati demoliti, mediante la ricostruzione degli stessi, ma solo se si può attestare la loro preesistente consistenza;
  • La demolizione e ricostruzione, nonché il ripristino di edifici demoliti o crollati, negli edifici ubicati in zone sottoposte a vincoli culturali o paesaggistici, nei centri storici e in tutte le aree di particolare pregio storico, sono permessi solo se le disposizioni urbanistiche lo consentono. Non è tuttavia consentito in questo caso apportare modifiche alla volumetria, alla sagoma, ai prospetti, al sedime e alle caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente.

Opere di messa a norma degli edifici

Il Bonus Ristrutturazione comprende anche tutte le opere di messa a norma degli edifici per quanto riguarda gli impianti tecnologici presenti nell’abitazione. Sono compresi nel bonus tutti gli interventi effettuati e debitamente dotati di certificato di conformità, rilasciato da soggetti abilitati, anche se di entità minima, indipendentemente dalla categoria edilizia di intervento edilizio.

Lavori volti al risparmio energetico dell’abitazione

Tra i lavori ammessi al Bonus Ristrutturazioni ce ne sono diversi che possono essere conseguiti al fine di garantire un risparmio energetico all’immobile. Anche questi si possono realizzare nelle singole unità e negli edifici condominiali.

In particolare, è possibile procedere con i seguenti interventi:

  1. Riduzione della trasmittanza termica con la coibentazione dell’immobile. Si può intervenire su:
  • Pareti verticali che separano i locali riscaldati dall’esterno, dai vani freddi o dal terreno;
  • Coperture opache orizzontali e inclinate che delimitano gli spazi riscaldati dall’esterno o dai vani freddi;
  • Pavimenti che separano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai vani freddi o dal terreno;
  • Serramenti comprensivi di infissi che delimitano i locali riscaldati dall’esterno e dai vani freddi.
  1. Installazione di impianti tecnologici basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia. È possibile nello specifico:
  • Installare dei collettori solari per il riscaldamento e/o la produzione di acqua calda;
  • Installare impianti fotovoltaici, con gli eventuali sistemi di accumulo;
  • Sostituire l’impianto di climatizzazione invernale con una caldaia a condensazione, con finalità di: riscaldamento e/o produzione di acqua calda per la singola utenza; solo produzione di acqua calda se l’impianto serve una pluralità di utenze;
  • Sostituire l’impianto esistente con un nuovo generatore di calore ad aria a condensazione;
  • Installare strumenti per la contabilizzazione del calore, solo per gli impianti centralizzati che servono più utenze;
  • Installare sistemi di termoregolazione e di building automation;
  • Sostituire impianti di climatizzazione invernale esistenti con nuovi impianti: a pompe di calore, ibridi, di microcogenerazione, a biomassa. È possibile installare inoltre nuovi scaldacqua a pompa di calore nonché sistemi di teleriscaldamento efficiente.

Acquisto appartamenti in edifici ristrutturati

Il Bonus Ristrutturazione, così come il Sismabonus, possiede un suo “ramo” dedicato all’acquisto di appartamenti che vengono venduti dalle imprese di costruzione o di ristrutturazione entro 18 mesi dalla fine dei lavori. Il 50% della detrazione concessa in questo caso è da applicarsi non al totale della spesa sostenuta per l’acquisto, ma al 25% della spesa. Il valore di detrazione che ne risulta non può in ogni caso superare il limite di 96.000 euro.

Ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati

Il Bonus Ristrutturazione ammette tra i lavori agevolabili anche l’intervento di ricostruzione o ripristino degli immobili che sono stati danneggiati a seguito di interventi calamitosi. Per la ricostruzione o il ripristino di immobili danneggiati, tuttavia, è fondamentale che questi si trovino in un’area nella quale è stato dichiarato lo Stato di emergenza per via dell’evento.

Abbattimento delle barriere architettoniche

È possibile accedere al bonus con l’installazione di ascensori e montacarichi e, più in generale, con la realizzazione di qualsiasi strumento possa essere utile all’eliminazione delle barriere architettoniche, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata. Questo, al fine di garantire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità.

Ad esempio, possono rientrare in questa categoria di interventi:

  • La sostituzione di finiture (pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti);
  • Il rifacimento o l’adeguamento di impianti tecnologici (servizi igienici, impianti elettrici, citofonici, impianti di ascensori);
  • Il rifacimento di scale ed ascensori;
  • L’inserimento di rampe interne ed esterne agli edifici e di servoscala o di piattaforme elevatrici.

Prevenzione degli infortuni domestici

Sono ammessi alla detrazione al 50% anche gli interventi volti alla prevenzione degli infortuni domestici, tra i quali possono rientrare ad esempio:

  • L’installazione di strumenti di rilevazione di gas inerti;
  • Il montaggio di vetri anti-infortunio;
  • L’installazione di un corrimano;
  • La riparazione di impianti non sicuri, come la sostituzione di un tubo o la riparazione di una presa.

Non è possibile beneficiare del Bonus Ristrutturazione per quanto riguarda il solo acquisto di apparecchiature o elettrodomestici più sicuri rispetto a quelli che già si hanno. In questo caso infatti non verrebbe realizzato alcun intervento sull’immobile.

Prevenzione del rischio di atti illeciti causati da terzi

Tra i lavori ammessi al Bonus Ristrutturazione ci sono anche quelli realizzati con lo scopo di prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terze persone. In sostanza, si tratta di tutti quei lavori che vengono fatti per rendere la propria abitazione più sicura e impedire, appunto, che persone estranee possano commettere infrazioni o accedervi illegalmente.

I lavori che possono rientrare nella categoria della prevenzione del rischio di atti illeciti che vengono conseguiti nell’ottica del Bonus Ristrutturazione possono essere ad esempio:

  • Il rafforzamento, la sostituzione o l’installazione di cancellate o recinzioni murarie negli edifici;
  • L’installazione di grate sulle finestre o la sostituzione di grate già esistenti;
  • L’installazione di porte blindate o rinforzate;
  • L’installazione o la sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini;
  • L’installazione sui serramenti di dispositivi che rilevano l’apertura o l’effrazione;
  • L’installazione di saracinesche;
  • L’installazione di tapparelle metalliche con bloccaggi;
  • L’installazione di vetri antisfondamento;
  • L’installazione di casseforti a muro;
  • L’apposizione di fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
  • L’installazione di strumenti rilevatori di prevenzione antifurto con relative centraline.

Cablatura degli edifici

Per opere di cablatura si intendono tutte quelle atte a realizzare antenne collettive o reti via cavo per consentire la distribuzione della ricezione nelle singole unità abitative.

Contenimento dell’inquinamento acustico

Questa categoria di interventi può riguardare opere murarie e interventi sull’involucro, oppure può anche solo comprendere la sostituzione di alcuni elementi senza la necessità di opere edilizie propriamente dette. Sarà necessario ottenere il rilascio di una scheda tecnica in cui si attesta l’abbattimento delle fonti sonore interne o esterne all’abitazione, nei limiti fissati dalla normativa.

Altre tipologie

Il Bonus Ristrutturazione ammette anche la possibilità di costruire da zero autorimesse o posti auto pertinenziali oppure di procedere con l’acquisto di parcheggi e box auto che sono già stati realizzati dall’impresa costruttrice. Il Bonus Ristrutturazione ammette tra i possibili interventi anche quelli che sono mirati alla riduzione del rischio sismico, e che riguardano principalmente la messa in sicurezza statica dell’edificio dal punto di vista strutturale. Sono inoltre ammessi al Bonus Ristrutturazione gli interventi mirati alla bonifica degli edifici dall’amianto, che possono essere conseguiti su singole unità immobiliari o sulle parti comuni di edifici residenziali. Infine, a partire dal 1° gennaio 2021, è diventato possibile usufruire del Bonus Ristrutturazione per procedere con la sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza esistente con generatori di emergenza a gas di ultima generazione.

Devi ristrutturare la tua casa?

Per qualsiasi dubbio, è sempre consigliabile consultare un professionista esperto per valutare tutta la documentazione necessaria prima di iniziare i lavori. Mettere la propria casa in mano a un progettista affidabile prima, e a una ditta esperta poi, ridurrà al minimo il rischio di errori o intoppi burocratici.

Se hai in programma lavori di ristrutturazione, ordinaria o straordinaria, per la tua casa in Sardegna contattaci per un preventivo o per un sopralluogo in tutta l’Isola.


Fonte informazioni e normative: www.edilizia.com

 

 

Read more

Bonus barriere architettoniche: fino a 50.000 euro di incentivi

La Legge di Bilancio ha prorogato al 31 dicembre 2025 la detrazione Irpef e Ires del 75% sugli interventi necessari per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici esistenti. Questa agevolazione è particolarmente interessante perché riguarda tutte le categorie di immobili, sia per i privati che per le imprese.

Lo scopo di questo bonus statale è quello di aiutare le persone con limitata capacità motoria incentivando l’abbattimento di tutti gli impedimenti fisici (come gradini, scale, porte strette, etc) che ostacolano l’utilizzo dello spazio, sia all’interno delle abitazioni private che sui luoghi di lavoro. In questo articolo cercheremo di approfondire il tema del Bonus barriere architettoniche 2023.

C0s’è il Bonus barriere architettoniche 2023

Il bonus barriere architettoniche in sostanza è una detrazione del 75% sulle spese sostenute per interventi finalizzati, come anticipato, al superamento e all’eliminazione di ostacoli fisici in edifici già esistenti che impediscono la libertà di movimento alle persone affette da disabilità motoria, ma anche per l’installazione di ascensori o montascale. L’incentivo è attivo per lavori effettuati da privati cittadini, enti pubblici e privati, imprese, esercenti arti e professioni.

Sono previsti però dei massimi di spesa a seconda del tipo di edifici interessati dall’intervento, fino a un tetto di 50.000 euro per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025.

Cosa sono le “barriere architettoniche”?

Innanzitutto bisogna chiarire cosa si intende per “barriera architettonica”. Con questa definizione si intendono tutti gli ostacoli fisici che limitano o impediscono la mobilità delle persone, in particolare di coloro che hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea. Anche la mancanza di segnalazioni o accorgimenti per facilitare orientamento e movimento a persone ipovedenti o sorde rientrano nella categoria. Inoltre, anche un posizionamento ragionato di interruttori, pulsantiere, citofoni e apparecchiature elettroniche può rientrare nella definizione di “abbattimento” delle barriere architettoniche.

Chi può richiedere il Bonus barriere architettoniche 2023

L’agevolazione può essere richiesta da chiunque (privati e imprese) possa dimostrare di aver effettuato spese volte ad eliminare le barriere architettoniche da un edificio. L’Agenzia delle Entrate ha specificato i seguenti soggetti beneficiari:

  • persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni;
  • enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • le società semplici;
  • le associazioni tra professionisti e i soggetti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, enti, società di persone, società di capitali).

Le spese ammissibili sono gli interventi edilizi finalizzati a eliminare le barriere architettoniche (rampe, ascensori, piattaforme elevatrici, adeguamento dei bagni, impianti elettrici e citofoni posizionati ad altezza corretta, etc), gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche, ma anche le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali in caso di sostituzione di impianti preesistenti. Attenzione, però: il bonus è valido per gli edifici già esistenti e non sono agevolabili le opere, anche se effettuate allo stesso scopo, riguardanti immobili di nuova costruzione.

Come richiedere il Bonus barriere architettoniche 2023

Come per le altre agevolazioni fiscali legate all’edilizia, anche per questo bonus si possono portare in detrazione, nella dichiarazione dei redditi, al 75% per cinque anni  le spese documentate sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025. In alternativa c’è la possibilità – ove ammissibile – di richiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Read more

Abbattimento delle barriere architettoniche: tutti i bonus validi nel 2022

Per i lavori relativi all’abbattimento delle barriere architettoniche è possibile beneficiare di due tipologie di incentivi statali, mutuamente esclusivi tra loro. Si tratta del o Bonus Barriere Architettoniche 2022, valido fino al 31 dicembre, che è dedicato esclusivamente a questa tipologia di interventi e concede un’aliquota pari al 75% e l’ormai famoso Superbonus 110%.

Nel caso del Superbonus, l’Agenzia delle Entrate con la risposta ad interpello n. 292 del 23 maggio 2022 ha chiarito che quando si parla di interventi volti alle barriere architettoniche, si applica il cosiddetto “criterio di cassa”, che tiene conto solo delle date dei pagamenti, a prescindere da quando si eseguono effettivamente gli interventi. Dunque in riferimento a interventi trainati di abbattimento di barriere architettoniche, iniziati precedentemente e da concludersi nel 2022, si potrà usufruire del Superbonus 110%, tenendo conto del limite di spesa pari a 96.000 euro comprensivo delle spese sostenute fino a tutto il 2022.

In alternativa, se non è possibile usufruire del più conveniente Superbonus (i due incentivi, chiaramente, non possono essere cumulati) si può comunque accedere al Bonus Barriere Architettoniche al 75% per tutte le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, con limite di spesa pari a 50.000 euro.

Rientrano in questo bonus, e possono essere portate in detrazione con aliquota al 75%, le spese sostenute per la realizzazione degli interventi:

  1. Mirati all’automazione degli impianti negli edifici condominiali e nelle singole unità immobiliari, al fine sempre di abbattere le barriere architettoniche;
  2. Legati alla sostituzione di un impianto, per i quali rientrano tra le spese agevolabili esclusivamente quelle relative alla bonifica e allo smaltimento del vecchio impianto e dei relativi materiali.

Affinché le spese siano considerate valide ai fini del Bonus Barriere è necessario che vengano rispettati i requisiti di progettazione di cui al Decreto Ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989, in riferimento al rispetto dei principi di “accessibilità”, “visitabilità” e “adattabilità” definiti all’Allegato A dello stesso decreto.

 

Read more