La planimetria catastale è il disegno, riportato in scala 1:200, di un qualsiasi edificio. Questo elaborato, necessario in sede di rogito o in caso di lavori di ristrutturazione, rappresenta il perimetro dell’unità immobiliare, con le suddivisioni interne, le pertinenze, le parti comuni e l’orientamento rispetto al nord geografico. Il grafico contiene diverse informazioni sullo stato dell’immobile, tra cui la destinazione d’uso di locali come cucina, bagno, lavanderia, ripostiglio e cantina e le altezze.
Come ottenere la planimetria catastale
La planimetria catastale di un edificio si può richiedere negli uffici comunali di pertinenza oppure online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Secondo quanto riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il rilascio della planimetria catastale riferita allo stato attuale dell’immobile è gratuito. Se invece si necessita della planimetria catastale riferite a stadi precedenti, è previsto un pagamento di € 16 per ogni copia richiesta.
In quali casi serve una planimetria catastale?
La planimetria catastale è un documento richiesto obbligatoriamente in sede di compravendita, ma anche per la stipula di un mutuo, di un contratto d’affitto, ma anche per la presentazione di pratiche e certificazioni edilizie. Per questo motivo deve essere tenuta costantemente aggiornata.
Bisogna sottolineare che ad oggi, però, la planimetria catastale non rappresenta un documento probatorio della proprietà immobiliare. L’unico documento che può essere considerato probatorio è infatti quello depositato presso il Comune.
Quando è necessario modificare una planimetria?
È obbligatorio aggiornare la planimetria, che deve rispecchiare l’attuale stato dell’immobile, ogni volta che un edificio viene ristrutturato o vengono apportate modifiche. Ogni variazione deve infatti essere documentata tramite la planimetria catastale. Se il documento non corrisponde allo stato reale dell’immobile, sarà impossibile effettuare una compravendita o stipulare un mutuo.